sabato 14 giugno 2014

DIARIO MUNDIAL: Il destino del guerriero

Gli occhi della Spagna sono quelli, tristi ed inconsolabili, del mio amigo Félix. E’ una sensazione che conosciamo bene, noi ci siamo già passati. Arriva il momento in cui ti rendi conto che quattro anni sono trascorsi, tutti insieme. Ti arrivano addosso da un momento all’altro, un attimo prima sei campione del mondo, un attimo dopo non sei più niente. Gli altri, quelli che prima battevi ad occhi chiusi, adesso ti passano accanto correndo via. Nessuno ha più rispetto di te. Nemmeno te stesso, se non stai attento.
L’errore più grande sarebbe adesso disonorare chi un tempo ti ha dato tanto onore, caro Félix. Iker Casillas ha una sola colpa, come l’aveva Marcello Lippi: essere ancora in gioco, e non aver capito in tempo che il gioco era meglio finirlo prima, finché tu eri il numero uno. Adesso lasciatelo uscire di scena con rispetto, è lui che vi ha dato la prima stella. Ogni volta che indossate quella maglietta rossa che hai regalato anche a me, orgoglioso, ricordatevi di lui com’era quando quella stella fu conquistata, e non com’è adesso. Il tempo è un avversario che non perdona, mai.
La partita è la stessa di Johannesburg, ma allora la Spagna era l’Invencible Armada. A Salvador de Bahia gli Orange giocano come se avessero da saldare i conti non soltanto del mondiale precedente ma anche tutti quelli del passato, fino dai tempi del Duca d’Alba. Vince ancora la squadra in maglia blu, ma stasera quella squadra è l’Olanda. Che infierisce. E’ giusto non fermarsi? Forse sì, la Spagna non si fermò contro l’Italia a Kiev, e fece bene. Gli spettatori pagano il biglietto per vedere i gol. I soldi di Olanda – Spagna sono stati spesi bene, quelli di Brasile – Croazia no.
Il mio amigo Félix assomiglia vagamente ad Andres Iniesta. Ma lui ha ancora i suoi capelli, Iniesta li sta perdendo e li ha già un po’ brizzolati. Forse sul tetto del mondo si invecchia prima, perché lassù in cima fa più freddo. Guardate Andrea Pirlo, si dovette far crescere la barba per ritrovare un po’ di calore, dopo che a Kiev le lacrime sembravano averlo svuotato. El Rey stasera non ha giocato, non è sembrato nemmeno lui. Oddio, la sua palla a Diego Costa che poteva chiudere il match per la Spagna l’aveva anche data, ma Diego Costa non è David Villa.
Era destino che stavolta un pugno di protestanti dei Paesi Bassi avesse ragione dell’Armada di Sua Maestà Cattolica. Che tra l’altro ha già lasciato, lui sì ancora da campione del mondo. Juan Carlos ha capito quello che Iker Casillas ha invece ignorato: meglio chiudere quando sei ancora carico di gloria, e la gente si ricorderà di te con la Coppa del Mondo in mano. E basta.
Gli occhi della Spagna, caro Félix, sono anche quelli di Vicente Del Bosque. Stanchi, invecchiati ma orgogliosi. Il Marchese di Salamanca è un caudillo, pensa già alla prossima battaglia. All’ultima battaglia del suo tercio, che conquisterà il Cile e poi l’Australia, oppure cadrà con le armi in pugno. Sono gli occhi del capitano Diego Alatriste, il personaggio del film Il destino di un guerriero magistralmente interpretato da Viggo Mortensen e tratto dai romanzi di Arturo Perez Reverte, che tu conosci sicuramente.
Accerchiato con i suoi ultimi compagni superstiti, poco prima della battaglia di Rocroi con la quale il Principe francese di Conde’ avrebbe messo fine alla supremazia plurisecolare spagnola in Europa, Alatriste riceve un emissario del Principe che gli offre una resa onorevole, con tanto di onore delle armi. Alatriste sa di non avere alcuna possibilità di sopravvivenza, eppure senza esitazione risponde: “Ringrazi il Principe, ma siamo soldati spagnoli, e non possiamo accettare”.

Caro Félix, i cicli finiscono quando suona l’ultima campana. Fino ad allora, non resta che spazzare via la tristezza dagli occhi e guardare al prossimo combattimento. Una bruja sudamericana ha profetizzato che questo Mundial non è affatto deciso, come Nishimura-san ci ha voluto mostrare all’inizio. Adelante, e chissà che non si avveri una profezia che un tuo amigo ti ha fatto in una notte italiana davanti ad un bicchiere di vino rubio.....

Nessun commento:

Posta un commento