martedì 29 luglio 2014

DIARIO VIOLA: Da San Paolo a Roma via Cuadrado

La stagione viola, che tutti si augurano ancora più lunga e densa di impegni (e di risultati) della precedente, comincia dall’altra parte del mondo. E comincia bene. L’Argentina è un paese dalle mille suggestioni, non solo nel calcio. Andare a dare spettacolo nella terra dei Gauchos, è sempre un avvenimento, specialmente adesso che loro sono vicecampioni del mondo e noi siamo ripiombati in una zona grigia della nostra storia calcistica che forse non ha precedenti nemmeno negli anni “azzurro tenebra” tra il Cile nel 1962 e la Corea del Nord nel 1966.
Eppure la Fiorentina, in formazione rimaneggiata causa vacanze post-mundial, rinnovi contrattuali e prove tecniche di cambio modulo da parte di Montella, porta a casa un ottimo esordio al primo turno di questa Coppa Euroamericana 2014 che la vede impegnata contro l’Estudiantes di La Plata. Squadra che evoca suggestioni dentro suggestioni. Ricordi di una Coppa Intercontinentale giocata nel 1969 contro il Milan. Giocata si fa per dire, in campo volarono botte da orbi, fu definita una delle più violente partite dell’intera storia del calcio. Il Milan si aggiudicò il trofeo, malgrado le botte argentine, ogni ben di dio che volava giù dagli spalti della Bombonera, l’Estadio Alberto Jacinto Armando di Buenos Aires dove si giocava per l’occasione, e l’arresto del rossonero Nestor Combin all’aeroporto con il pretesto della renitenza alla leva.
Altri tempi, altro mondo, altro calcio. Adesso l’Estudiantes è semplicemente la terza squadra del campionato argentino, dietro River Plate e Boca Juniors (la società che ha ospitato i viola nella prima parte di questa trasferta sudamericana). Niente di eccezionale, i migliori argentini giocano indubbiamente in Europa, ma quanto basta per testare cuore e gambe dei nostri eroi dopo le partitelle con i dilettanti della Val di Fassa e dintorni.
Mancano Cuadrado, in ferie dalla Colombia giunta ai quarti di finale ai Mondiali ed in attesa di sapere dove ripresentarsi il 5 agosto, e Aquilani, che le ferie le ha fatte in Brasile grazie a Prandelli che proprio non lo vedeva e che adesso aspetta di sapere se andrà a buon fine il rinnovo contrattuale. Occasione per vedere all’opera dunque alcune “pianticelle” nel frattempo cresciute come quel Bernardeschi Federico di cui si è parlato un gran bene in quel di Crotone dov’era in prestito, o quel Khouma El Babacar che viene da 20 gol segnati a Modena.
Più quel Brillante di nome e di fatto che viene dalla Terra dei Canguri e che ha tolto subito dal volto dei tifosi qualsiasi smorfia di perplessità con la sua prestazione fatta di qualità e di sostanza. Joshua Brillante è uscito dal gruppo, per dirla con Enrico Brizzi, nel senso che si è messo in mostra agli occhi di Montella. Se il buongiorno si vede dal mattino, il centrocampo viola – che già era uno dei punti di forza della squadra - ha un’arma in più.
Ha vinto con merito la Fiorentina a La Plata, capoluogo della Provincia di Baires, grazie al gol dell’unico tedesco che finora non aveva sorriso, in questa estate di weltmeistershaft. Mario Gomez sembra ritrovato fisicamente, e con la voglia di spaccare il mondo. La sua rete è stupenda, innescata da Bernardeschi alla perfezione e conclusa con un contropiede travolgente, una sterzata secca davanti al portiere e un tiro che non lascia scampo.
A chiudere un attimo gli occhi, ricorda quella che aveva illuso tutti a Torino a marzo, consegnando momentaneamente la qualificazione ai quarti di Europa League alla Fiorentina contro la Juventus, prima del Pirlo Show. Oppure, ma qui bisogna andare veramente indietro ad un’epoca ormai favolosa, quella di Roberto Bettega, sempre da queste parti, con cui l’Italia mise in ginocchio un’Argentina che voleva diventare campione del mondo per la prima volta, e che tirò un sospirone di sollievo a non ritrovarsi di nuovo gli azzurri in finale ai Mondiali del 1978.
Bando ai ricordi, che possono anche far male. Facciamoci invece del bene sognando cosa può diventare questa Fiorentina se recupera tutti i suoi acciaccati della scorsa stagione. A San Paolo del Brasile, dove giocherà la seconda partita contro il Palmeiras, la Viola dovrebbe ricomporre finalmente quel duo delle meraviglie che abbiamo visto solo due volte un anno fa circa, prima che pedate contro ginocchia facessero strage dei migliori investimenti dei Della Valle. Se Pepito Rossi ha la stessa voglia di Mario Gomez, anche per rispondere nel modo migliore a Cesare Prandelli e alle sue “delusioni umane”, può darsi che se ne vedano delle belle.
Se poi la mission impossible di Andrea Della Valle andasse a buon fine, con Juan Cuadrado – o JC11 come lo chiamano adesso le nuove generazioni di tifosi cresciuti a pane, calcio e playstation – allora si che le cose si farebbero interessanti. La strategia della società di Viale Manfredo Fanti è quella di trattenere il colombiano ancora per un altro anno, magari accordandosi fin d’ora con la società compratrice, una riedizione insomma degli affari Toni 2007 e Jovetic 2013.
Se Cuadrado ci sta e le ginocchia di tutti reggono (un salto a Montesenario in questo senso non guasterebbe, di ritorno dal Sudamerica) nei prossimi mesi potremmo vedere una Fiorentina ancora più forte di quella della passata stagione. E chissà che qualcuna delle sue concorrenti non stia perdendo terreno. A Torino, per esempio, per il momento c’è poco da stare Allegri, il gioco di parole è scontato quanto si vuole, ma i campioni d’Italia potrebbero rimpiangere il tecnico pluriscudettato e dalla celebre pettinatura che ha da poco salutato tutti.
A proposito di concorrenti (visto che con buona pace di Sky nominalmente nell’alta classifica c’è anche la Fiorentina), escono i calendari e per i viola c’è subito la Roma all’Olimpico. O bene bene o male male, si direbbe. Prima che il vittimismo riprenda puntuale a serpeggiare nella tifoseria dopo la pausa estiva, vorremmo dire che i casi sono due, e tutti e due in mano saldamente ai nostri eroi in maglia viola ed al loro condottiero Montella: se la squadra è forte, la Roma prima o poi la devi trovare, o prima o dopo non fa nessuna differenza. Se non lo è o mantiene delle lacune, come si è visto nella passata stagione anche un Cagliari ti può far vedere i sorci verdi, e in casa tua.

Domani sera a San Paolo intanto esame di calcio brasiliano, test attendibile anche in questi tempi di magre verdeoro. Dopo Batistuta, a seguire con affetto i viola in tribuna ci sarà Carlos Botelho, figlio dell’indimenticabile Julio, detto Julinho. In attesa poi del 5 agosto, quando dovrebbe ricomparire la nostra grande bellezza, JC11. Il suo agente è già a Firenze, e qualcosa lascia intuire che molti giochi possano essere già stati fatti. Stiamo a vedere, chissà che, come era d’uso dire qualche stagione fa, il miglior acquisto non ce l’abbiamo già in casa.

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