martedì 6 gennaio 2015

Marcia trionfale solo per il Parma

Cronaca di una morte annunciata. Il 2015 della Fiorentina comincia al Tardini di Parma, trasformato per l’occasione nel Teatro Regio. Le squadre entrano in campo infatti al suono della Marcia Trionfale dell’Aida. Ma la musica del maestro Giuseppe Verdi è intesa esclusivamente a risollevare animi e prestazioni dei ducali. La Fiorentina è prevista nel ruolo della vittima sacrificale, e mantiene fede alle aspettative.
I gialloblu si presentano al cospetto del proprio pubblico alla prima uscita dopo il cambio di proprietà che ha visto avvicendarsi a Tommaso Ghirardi una holding russo-cipriota, quarto tentativo di penetrazione del nostro campionato da parte di capitali stranieri dopo Roma, Inter e Bologna. Come ha detto profeticamente il tecnico Roberto Donadoni, il campionato del Parma comincia contro la Fiorentina. L’ex allenatore della Nazionale non lo sa, ma sarà buon profeta. La sua squadra è ultima con soli sei punti fatti, ma non potrebbe auspicare per l’avvio della rimonta salvezza avversario migliore.
La Fiorentina è sempre in mano a quella holding marchigiana che la rilevò dodici anni orsono, ma a quanto pare si sta avviando di gran carriera verso uno dei momenti meno felici dell’attuale gestione, che pure ne ha vissuti altri. L’anno si è aperto non con un colpo di mercato, peraltro auspicabile, ma con l’addio di uno dei pilastri della squadra costruita faticosamente da Daniele Prade’ ed Eduardo Macia dopo la partenza di Pantaleo Corvino. Norberto Neto ha fatto sapere di non essere interessato a prolungare la sua esperienza fiorentina, la società l’ha fatto sapere prontamente ai giornalisti, i tifosi hanno fatto sapere che sognano ancora un attaccamento alla maglia di altri remotissimi tempi, Andrea Della Valle ha fatto sapere che questo duro mondo del calcio (e l’ingratitudine che lo pervade) non finisce mai di sconcertarlo.
Vincenzo Montella infine ha fatto sapere cosa pensa schierando in porta Ciprian Tatarusanu, fino a ieri numero 2 da schierare in coppa. Da oggi la sgangherata baracca viola è nelle sue mani. La difesa non lo aiuterà mai più di tanto, e l’ha dimostrato anche oggi cedendo di schianto in modo da fare invidia a Caporetto o all’8 settembre. Ma da oggi sfiducia e umoralità dei tifosi sono tutti a carico suo, il buon Neto è stato fischiato per l’ultima volta mentre i suoi ex compagni si riscaldavano sull’erba del Regio Tardini, presso cui i tifosi fiorentini (complice anche la vicinanza) si erano presentati in numero cospicuo.
Il resto della squadra è quello di sempre, in questo anno di disgrazia 2014-15. Savic, Rodriguez e Basanta sono il meglio che i viola posseggono in difesa. Purtroppo, verrebbe da dire per come sono andate le cose. Joaquin, Kurtic, Pizarro, Fernandez e Alonso sono quello che resta del centrocampo, atteso che Borja Valero è squalificato e Aquilani è tenuto in panchina in attesa di rilevare probabilmente da Neto il testimone di “ingrato in uscita”. L’attacco è affidato a Cuadrado e Gomez, rispettivamente un giocatore impiegato male e un probabile ex giocatore.
Nei giorni scorsi, prima che il tormentone Neto, ovvero Montolivo 2 La Vendetta, prendesse il sopravvento, si era diffusa la notizia di una Fiorentina interessata a Romero. Sembrava si trattasse di Lucas, centrocampista del Velez. In realtà era George, regista leggendario della Notte dei Morti Viventi. Si, perché la partita della Fiorentina è un horror in piena regola, di quelli che avrebbero fatto invidia a Dario Argento.
Il primo tempo è ancora spiegabile: Montella insiste sulla vecchia guardia (o quello che ne resta), anche se non ha più idea di come metterla in campo. Ma d’altra parte non ci sono alternative. In conferenza stampa a detto chiaramente che avrebbe preferito non fosse scoppiata la grana Neto, perché è una di quelle che fanno saltare il tappo a vasi come quello di Pandora: non si sa cosa ne verrà fuori e come può andare a finire. In una fucina di malcontento come è la Fiorentina attuale può essere devastante, il segnale del rompete le righe tutti a casa, si salvi chi può.
Il primo tempo è anche la ricerca - da parte di Mario Gomez - del tempo perduto, quello che forse non tornerà più. L’ex cannoniere della Bundesliga e della nazionale tedesca fallisce due occasioni che gridano vendetta, un tu per tu con Mirante in contropiede e addirittura un calcio di rigore concesso per atterramento di Cuadrado da parte di De Ceglie. Il tiro in entrambi i casi è una ciabattata da partita “scapoli contro ammogliati”. Supermario indubbiamente ha qualcosa che non va, ma a questo punto è il caso di dire che anche chi si è ridotto a scommettere l’intera stagione su di lui senza alternative reali non scherza.
Anche la difesa ha qualcosa che non va. E’ difficile dire cos’è peggio, la dormita all’undicesimo del primo tempo sul colpo di testa di Andrea Costa che finisce per decidere il match o le due, dicasi due boiate in serie commesse da professionisti del calibro di Gonzalo e Savic, ambedue uccellati dal vecchio Cassano che anche nella versione attuale dimostra di valere quanto e più che dieci undicesimi della Fiorentina attuale messi insieme. Fuori tutti e due, per somma di sciocchezze. Domenica prossima con il Palermo toccherà al buon Montella attingere a quel pozzo di giocatori che la società gli ha comprato a sua insaputa in estate e che ha, per dirla con Dante, “in gran dispetto”.
La ripresa è un cupio dissolvi, l’ultima in classifica che schernisce la corrazzata Della Valle, bastano alcuni sani rinvii alla viva il parroco, palla a Cassano e pedalare per rendere ridicola una squadra che tiene palla per il 65% del tempo e non sa cosa farne. Sembra un debito kharmico, Cognigni tiene i giocatori per anni in attesa che maturino e vadano a rendere come sanno altrove, nel frattempo ci pensa Montella a far ruminare un gioco prevedibile che ormai conoscono anche i programmatori della playstation, che probabilmente escluderanno per ovvietà la Fiorentina dalla prossima edizione di FIFA 2015.
Troppo comodo il tentativo finale del tecnico d Pomigliano d’Arco di scaricare la responsabilità della sconfitta sull’arbitro D’Amato, che poche altre volte come oggi ha arbitrato bene, sbagliando quasi nulla. I giocatori viola attuali sono un’Armata Brancaleone che aspetta soltanto il momento buono per perdere la testa e sbandarsi. Oggi c’è veramente poco da salvare, forse solo il cileno anziano e quello più giovane, Pizarro e Mati Fernandez, insieme al Marcos Alonso che pare l’unico capace di entrare in area avversaria ed al Cuadrado che si batte comunque al meglio delle sue forze attuali (e malgrado i tentativi del suo allenatore di impiegarlo al peggio).
I cambi sarebbero anche atti dovuti, se non ci fosse da chiedersi perché tenere Aquilani in panchina al cospetto di un simile Kurtic, o perché intristire El Hamdaoui che non è certo peggio del Gomez attuale. Per non parlare di Pasqual, che Conte insiste a convocare in nazionale e Montella insiste a far sedere in panchina, con buona pace di quei cross che una volta ogni tanto giungevano in area di rigore avversaria, a prescindere da un attacco viola che al momento attuale semplicemente non esiste.
Comincia così il 2015 della Fiorentina. Con la holding russo-cipriota che festeggia il felice esordio casalingo sperando in una rimonta-salvezza, e con la holding marchigiana che dovrebbe chiedersi se ha senso continuare con uno staff di ragionieri e commercialisti a gestire un gioco dove la palla è rotonda, e dove si vince se si comprano giocatori che quella palla sanno dove mandarla, e allenatori che sanno metterli in campo in maniera tale che non ne risulti un film horror, e per di più splatter come quello visto oggi.

Ogni riferimento a Vincenzo Montella e alla maggior parte di coloro che sono scesi in campo oggi da parte viola è assolutamente voluto. E speriamo che l’analogia con annate similari come il 2010 e il 2012 finisca qui, o almeno il prima possibile.

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