sabato 4 aprile 2015

Buona Pasqua Fiorentina, battuti Samp e maltempo

Il calcio che vorremmo sempre di scena su un terreno che nessuno si augura mai. Vincere queste partite va al di là del fatto di essere una squadra che gioca bene. Vincere stasera significa aver raggiunto una dimensione che, comunque vada a finire la stagione, è ormai da grande squadra.
Scendere in campo dopo che le romane hanno vinto allungando la distanza dal terzo posto, contro una Sampdoria che gioca sul velluto – anche se bagnato – e forte del vantaggio acquisito nel match d’andata e difeso per un intero girone, ammazzando “grandi” come e quanto quasi questa Fiorentina.
Essere più forti perfino di un acquitrino che in passato aveva scoraggiato altre imprese e nel presente può rivelarsi l’avversario più micidiale di una squadra che ha trovato la quadratura del cerchio, vincere in Italia e in Europa mantenendo le proprie caratteristiche di gioco assai dispendioso, ma che quando gira come in questo inizio 2015 è un piacere a vedersi.
Si comincia con un Montella nostalgico, che non entra in campo con la squadra ma aspetta nel sottopassaggio l’ex compagno di una Sampdoria molto più forte di questa, quella di Vujadin Boskov. Sinisa Mihajlovic è uno degli ex di questa partita, e quello che ha più voglia di fare risultato oggi, per dimostrare che anche lui avrebbe potuto esser un allenatore di quelli che fanno la storia della Fiorentina. Tra lui e Montella però ci sono soltanto sorrisi ed abbracci, che si prolungano anche al fischio d’inizio. Il serbo si gira verso l’altra panchina e dice al napoletano: “complimenti per il campo!”. Risponde l’allenatore gigliato: “Che ci vuoi fare?”
E’ un campo al limite quello di oggi, malgrado la proverbiale tenuta drenante e l’efficienza dei macchinari idrovori. Sarebbe più adatto ad una partita della Rari Nantes Florentia che della Fiorentina. Ma nessuno cerca scuse, tutti giocano come se i rimbalzi sull’erba fossero quelli di sempre. Luca Banti, arbitro livornese, dice che si può giocare, lo stadio è quasi pieno e ribollente di entusiasmo. C’è in palio un piazzamento in Europa e soprattutto non ci sarebbero quasi più date per un eventuale recupero.
La Fiorentina dopo Pasqua comincia un altro mese di ferro, che la vedrà giocare ogni tre giorni. Oggi tocca alle residue speranze di Champion’s, martedi arriva la Juve per il ritorno di Coppa Italia, e siamo solo all’inizio. Molto più rilassata la Samp, grazie ai due punti di vantaggio e al non dover praticare turnover. Montella invece deve fare a meno di Savic per infortunio, di Pasqual per affaticamento e di Joaquin per rispetto ai chilometri corsi ed agli anni che avanzano malgrado la classe enorme. Ma è una partita da vincere ed ecco allora un inedito 4-3-2-1: Richards affianca Gonzalo, Basanta ed Alonso, Aquilani si riprende la sua posizione accanto a Borja Valero e Badelj, Salah e Diamanti compongono la base del triangolo il cui vertice è Mario Gomez.
Parte bene la Fiorentina, incurante delle pozzanghere. Dopo neanche un minuto Salah vola verso Viviano, un altro ex di giornata, ma viene fermato dal guardalinee. E’ la Samp a rendersi pericolosa un minuto dopo ancora, con Eder che buca l’area viola ed Eto’o che calcia a botta sicura. Salva in calcio d’angolo Gonzalo. E’ una estrema sintesi di quella che potrebbe essere la partita: Fiorentina che rischia di essere frenata dal terreno di gioco a vantaggio di una Sampdoria che ha davanti gli uomini per far male. Meno male che non solo Gonzalo ma tutti i difensori viola sono in giornata strepitosa, e pertanto capaci di salvare qualsiasi situazione pericolosa le ripartenze blucerchiate possano creare.
E’ un primo tempo strano. I viola giocherebbero anche bene, con la consueta maestria di palleggio e anche con qualcosa di più, ma vengono come frenati dall’erba inzuppata, dal catenaccio sampdoriano, dalla bravura di Viviano tornato quello di sempre come prima dell’infelice parentesi nella sua squadra del cuore. Nella palude della tre quarti genovese si ferma e riparte a singulti la manovra viola. Ci sono alcuni verdetti inconsueti. Salah, come molti campioni di Formula 1, sembra dimostrare di non essere un pilota da bagnato, i suoi scatti imperiosi e brucianti vengono spesso complicati da un pallone che galleggia più che rimbalzare. Chi invece è pilota da bagnato è un Borja Valero finalmente tornato in panni che credevamo di non rivedergli più addosso. Lo spagnolo in mezzo fa il paio con il connazionale Alonso sulla fascia sinistra apparendo spesso imprendibile per gli opposti sampdoriani.
La Fiorentina che cerca di nuotare verso la porta di Viviano ha almeno tre occasioni clamorose nel primo tempo. Diamanti mette fuori di un soffio sul portiere in uscita. Su corner Salah mette indietro per Gonzalo che come un giocatore di biliardo la piazza all’angolino, centrando il palo. Gomez viene anticipato di un soffio da Silvestre, e Viviano ancora salva mettendo in angolo.
Nell’intervallo, conclusosi su uno 0-0 strettissimo per i viola, viene in mente il precedente di quella partita contro l’Ascoli che nel 1981-82 frenò la fuga di un’altra forte Fiorentina consentendo la rimonta ed il sorpasso della Juventus. Antognoni e compagni andarono in vantaggio contro i marchigiani, ma il diluvio costrinse a rinviare la partita, che fu poi replicata più avanti, in un momento di appannamento gigliato. Il pareggio casalingo era destinato a costare caro ai ragazzi di Picchio De Sisti.
Anche stavolta l’acquazzone sembra un segno del destino, evidentemente contrario al buon esito di questa rincorsa dei ragazzi di Montella alle zone altissime della classifica. Si torna in campo con i muscoli appesantiti dalla fatica e con il peso di due ammonizioni che condizionano. Gonzalo ha addirittura rischiato il rosso, evitando con mestiere il secondo giallo su Eto’o. Diamanti rischia invece d ripetere lo scontro a distanza di Luciano Chiarugi e Concetto Lo Bello. Banti non gli fischia mai un fallo a favore, ritenendolo un cascatore, e alla fine lo sanziona per le proteste plateali.
Ma è proprio l’eterno ragazzo di Prato il più determinato a ribellarsi alla fine al destino di questo match. Insieme a quelle di tutta la squadra, le sue giocate diventano – o per meglio dire ritornano – più efficaci con il passare dei minuti. Smettendo di litigare con se stesso e con l’arbitro, Alino capisce di doversi inventare qualcosa, e ci prova caparbiamente e ripetutamente, come quei ragazzi di quartiere che nelle partite di strada non mollano mai e vogliono sempre primeggiare.
E’ il quarto d’ora della ripresa, quando si prende la palla sul limite sinistro dell’area doriana, entra dentro e converge, lasciando partire un tiro ad effetto micidiale. Determinante quanto la sua parabola, è il velo di Borja Valero che mette fuori causa tutti, compagni ed avversari compreso Viviano, che vede la palla entrare nel suo angolo sinistro. Montella in quel momento sta parlando con Vargas per fargli sostituire proprio il pratese, ma il gol fa sì che quel cambio venga assolutamente dimenticato.
Tre minuti dopo Vargas si rialza dalla panchina, ancora Montella prende a dargli le consegne. In campo, Gomez innesca la fuga di Salah e stavolta l’egiziano vola sull’acqua come un catamarano. Il gol che va a segnare ricorda quello di Torino, anche se la distanza è minore. E’ splendido e chiude la partita come l’uno-due di un peso massimo. Vargas si mette a ridere e torna di nuovo a sedersi, entrerà di lì a poco.
La Sampdoria è in ginocchio, in tribuna Massimo Ferrero è una statua di sale, i due gol da lui pronosticati sono arrivati, ma non li ha segnati la sua squadra. Mihajlovic mette dentro Bergessio, adesso la Samp ha quattro punte di fatto, ma la sua reazione dura poco o niente. La Fiorentina controlla la partita in modo disarmante e finisce per avere diverse occasioni per arrotondare. Sulla più netta, un Aquilani in crescita si trova solo davanti a Viviano, che fa il Neto, rimane in piedi fino all’ultimo e gli para il tiro a botta sicura con la mano di richiamo.
Ma sono episodi, ormai i giochi sono fatti. La superiorità tecnica dei viola ormai emerge in modo netto ed incontrovertibile, al punto che in prossimità del novantesimo Mihajlovic chiede a Montella se gli sta bene finirla lì, senza recupero. Vincenzo risponde “come vuoi”. Alla fine ci saranno comunque tre minuti, a prolungare l’agonia di una Sampdoria che vede passare avanti la Fiorentina sia sul campo che in classifica.

Finisce con una squadra viola sugli scudi, nella quale è difficile dire chi ha giocato meglio, perché tutti hanno giocato bene, all’altezza della situazione. Una situazione che avrebbe vanificato gli sforzi di molte squadre meno attrezzate e meno determinate. Roma rimane alla stessa distanza, ma Genova e Napoli passano dietro. La Fiorentina è quarta, domenica va a Napoli per restarlo. Ma prima, il destino si chiama Juventus. E questa Fiorentina del destino non ha paura.

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