venerdì 11 settembre 2015

VIOLA NELLA TESTA E NEL CUORE: Vendesi



Mi si chiede di buttare giù un giudizio sulla sessione di mercato appena conclusasi. Brutta storia. Troppo facile scrivere quando le cose vanno bene. Troppo complicato – ed impopolare – tentare di spiegare perché non va bene più nulla.
Cominciamo dalle buone notizie. Yakovenko rimane. Il che significa soprattutto che rimane sua moglie. Abbiamo già perso la mamma di Cuadrado, la fidanzata di Gomez e un discreto numero di first ladies viola. Se avessimo detto addio anche alla avvenente sig.ra Anna Nyzhnyk allora sì che il panorama fiorentino a poche ore dalla chiusura del mercato estivo sarebbe plumbeo come una giornata ucraina di periferia (non me ne vogliano i connazionali del buon Yakovenko).
Dice, te hai voglia di scherzare. La voglia per la verità sarebbe di piangere. E’ stata una campagna cessioni e basta. Una trentina circa di calciatori dati via a costo zero (contratti scaduti o prestiti gratuiti, l’ultimo e più clamoroso quello di Basanta), poco e male sostituiti nei tre mesi di tempo avuti a disposizione. Una società che si riduce come di consueto alle ultime ore dell’ultimo giorno per fare qualche acquisto “salva immagine”, un po’ come noi da bambini ci si riduceva  alla sera della Befana per sbrigare almeno l’essenziale dei compiti a casa per le vacanze di Natale.
Una società che rimedia inesorabilmente le ultime brutte figure spicciole che vanno ad aggiungersi a quelle molto più clamorose accumulate nel corso di questa lunga ed insopportabile estate. Nell’ordine, andiamo ad elencare. Scoppia subito a giugno la grana Salah. Il Messi delle Piramidi si rende irreperibile a Firenze e dopo un po’ lascia Londra per Roma, dove firma un secondo contratto che si affianca e sovrappone a quello con i viola. Grana legale? Macché, qualcuno l’ha autorizzato a farlo, già a gennaio. Avrà avuto le sue buone ragioni?
A luglio è la volta di Milinkovic Savic giovane ex promessa croata del Genk (squadra belga). Arriva a Peretola per essere presentato al pubblico fiorentino, viene portato al Franchi dove annuncia che prosegue per Formello, provincia di Roma, sede della Lazio. Sarà stato un malinteso?
Ad agosto è la volta di Joaquin. Che vuole tornare a casa, mentre l’ACF non ce lo vuole mandare. O dice di non volerlo fare, mentre in realtà qualcuno già l’anno scorso gliel’ha promesso. Si rispolverano schemi vecchi e consolidati, il reprobo viene additato al pubblico ludibrio, e liberato soltanto nelle ultime ore di agonia di questa campagna acquisti (si fa per dire). Ogni riferimento a Montolivo non è per niente casuale.
Nel frattempo, il monte ingaggi è stato liberato da cifre ingenti, ma anche il nuovo tecnico Paulo Sousa è stato scippato di giocatori su cui aveva già cominciato a disegnare i suoi schemi. Savic gli viene sottratto mentre è all’aeroporto ad imbarcarsi per gli Stati Uniti. Lo addolciscono dicendogli che stanno trattando un sacco di gente. Vero o no, si tratta di gente di proprietà di società con cui si è litigato da tempo, e come belve. Iturbe dalla Roma e Andreolli dall’Inter (non Facchetti od Eusebio, si badi bene)  sfumano al calar delle tenebre (in tutti i sensi) del 31 agosto 2015. Quando si apprende che la squadra che secondo Andrea Della valle alla fine della partita contro il Milan era “a posto così” e che alla fine della partita contro il Torino andava rincorsa su per Viale dei Mille come ai vecchi tempi, non ha più possibilità di essere emendata.
Sono arrivati, è vero, un paio di convalescenti, Suarez dall’Atletico e questo impronunciabile Blaszczykowski dal Borussia Dortmund, tra l’altro in prestito. Poi c’è Verdu, quello che il bilancio tira su, e Baez. Che non è la Joan che abbiamo amato tutti quando eravamo ragazzi al tempo di Woodstock, ma qualcos’altro di inimmaginabile al momento.
Mi si chiede di esprimere un giudizio su tutto ciò. So che non è bello rispondere ad una domanda con una domanda. Ma voglio chiedere io per una volta ai sig.ri Della Valle quanto pensano ancora di poter gestire l’ACF Fiorentina in questo modo. I fratelli di Casette d’Ete hanno un patrimonio personale stimato in circa 2 miliardi e mezzo di euro. Dall’attuale campagna dismissioni hanno ricavato un ulteriore attivo che qualcuno stima in 4 milioni, e qualcun altro vi aggiunge pure Cuadrado, Savic e compagnia bella. Altro che 4 milioni.
Possibile che non si trovi più un euro da spendere per la Fiorentina? Cari signori, Firenze non è solo un brand e la Fiorentina non è solo una vostra proprietà a norma dell’asettico diritto commerciale. E’ un patrimonio ed un simbolo di Firenze al pari del Ponte Vecchio e della Cupola del Brunelleschi. Se avete intenzione di venderla, come nelle strade della città ormai si dice a voce neanche tanto sommessa, vi preghiamo: fatelo e alla svelta. Di vedere la nostra squadra del cuore trattata in questo modo, di vivacchiare, noi vecchi e nuovi tifosi viola non ne possiamo più.
Spero di avere risposto esaurientemente.

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