domenica 24 gennaio 2016

DIARIO VIOLA: Il malato ha preso un brodino

Metà partita la fa la voglia della Fiorentina di rialzare la testa. Infortuni, squalifiche, cali di forma e incomprensioni societarie non possono uccidere il sogno. E allora oggi non ci sono e non ci devono essere gemellaggi e non si fanno prigionieri. Oggi non ci sono scuse. Vittoria e tre punti, perché senza vittoria – come disse qualcuno tanti anni fa – non sopravviveremo.
L’altra metà la fa il Torino. Se sei una squadra in crisi, o perlomeno in calo, ti devi augurare questi avversari. Farebbero resuscitare anche un morto, tiri in porta zero, pressing zero, nemmeno la Fiorentina delle peggiori occasioni. Uno dei grandi interrogativi di questo scorcio di secolo è e probabilmente resterà questo: come ha fatto la Fiorentina a perdere il match di andata a Torino per 3-1, dopo averlo dominato per 70 minuti.
Il Torino, rispetto all’andata, ha un Quagliarella in meno (cioè il 90% del suo potenziale offensivo) e un Immobile in più. La Fiorentina ha fuori Alonso per infortunio, con buona pace dei tifosi granata così offesi per la sua esultanza al gol del vantaggio e anche di quei tifosi viola per cui i gemellaggi sono più importanti di una sana e consapevole sportività. Ed anche Badelj, sempre per infortunio, e Vecino, per squalifica. Mazzate che abbatterebbero un toro e che favorirebbero il Toro, se solo il Toro fosse in grado di approfittarne.
Il Toro esiste per dieci minuti, quelli iniziali in cui la Fiorentina stenta a capire punti deboli e di forza propri e dell’avversario. Sousa oggi non può fare polemiche né esperimenti. Non potendo gettare nella mischia fin dal primo minuto i nuovi acquisti Tino, Tello e Zarate, bisogna che si arrangi con quello che ha, compresi giocatori che ha finora accuratamente evitato di utilizzare. Verdu e Babacar sono un azzardo, perché non vedono il campo in modo continuativo da tempo immemorabile. O bene bene o male male. Finirà abbastanza bene perché i due hanno voglia di mettersi in mostra.
Chi invece ha sicuramente una condizione inferiore alla voglia è Bernardeschi, che forse avrebbe bisogno della cosiddetta pausa di riflessione. Insieme a Kalinic. Non bucano la difesa del Torino neanche mezza volta, per sbaglio. Al quarto d’ora prima schiaccia di testa Astori, fuori di un soffio. Poi cicca malamente Ilicic su liscio della difesa granata. Si apre il dibattito, era il piede meno educato, il destro. Si, ma siamo pur sempre in serie A……. Neanche il tempo di rammaricarsi e su altro break viola Bernardeschi spedisce in Viale Manfredo Fanti. Tre gol sbagliati sono indizi che fanno una prova, e in altre circostanze costano il risultato.
Ma il Torino oggi rasenta lo Zero Assoluto, una squadra di pedatori neanche tanto onesti che l’arbitro Mazzoleni forse tiene in vita più del lecito. Sulla punizione dalla tre quarti che comunque al 23’ viene concessa ai viola, Ilicic mette all’opera il suo piede educato, il sinistro. E diventa il capocannoniere della squadra appaiando Nikola Kalinic. El segna semper lu.
Comincia una partita noiosa, in cui gli avanti viola provano blandamente a sfruttare calci da fermo su cui Ilicic prova a ripetere qualche magia. Ichazo, portiere granata, può trovarsi in difficoltà per il proprio cognome, non certo per le punzecchiature della Fiorentina. Dall’altra parte Baselli sparacchia su Tatarusanu l’unica azione granata degna di questo nome e della serie A in cui milita.
A metà ripresa il Torino dovrebbe ritrovarsi in dieci, invece Mazzoleni gli mantiene la parità numerica. La Fiorentina a quel punto ha ritrovato un minimo di qualità, quanto basta a tenere il campo senza rischiare nemmeno un contropiede. Astori si è fatto notare oggi solo per lo splendido e sfortunato colpo di testa nel primo tempo. Nel secondo, tocca a Gonzalo, ed è più fortunato. Il 2-0 ci sta tutto tra questa Fiorentina pur convalescente e questo Torino. Nel frattempo hanno fatto il loro esordio Tino Costa (buona personalità ed un lancio splendido in profondità per Pasqual) e Mauro Zarate (rivedibile). Ilicic esce tenendosi il fianco sinistro, non un buon segno. Kalinic esce e non se ne accorge nessuno, anche se Sousa preferisce continuare a rimbrottare Babacar.

La sensazione è che oggi sarebbe bastata la Primavera. Ma senza prodezze individuali sbloccare questo fondamentale risultato forse per la prima squadra sarebbe stata davvero dura. La Fiorentina riprende comunque il passo dell’alta classifica. Domenica a Genova test sicuramente più probante. Nell’attesa, gli ultimi giorni di calciomercato. Della Valle, fate vobis.

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