domenica 19 giugno 2016

Formula Uno Gp Eurasia, Ferrari eterna seconda

Il Gran Premio d’Europa quest’anno si corre in Asia. Dal cappello da prestigiatore del mago della finanza sportiva Bernie Ecclestone esce la novità di questo ennesimo circuito cittadino a Baku, capitale dell’Azerbaigian. Nuova frontiera dello sport-business. L’ex repubblica sovietica del Mar Caspio, oggi uno dei più grandi produttori di petrolio e gas del mondo, si candida ad ospitare le Olimpiadi nel 2028, e nel frattempo – da un’idea del suo Presidente Hilam Alyiev instillatagli da Flavio Briatore, suo vicino di barca in Costa Azzurra – si inserisce a tempo indeterminato (il primo contratto con Ecclestone parla di sette anni, per questo sport un’eternità) nel Circus della Formula Uno. Per realtà come Monza, che hanno dalla loro molti meno petroldollari ma solo la tradizione, sarà dura reggere il passo.
Nico Rosberg primo vincitore in Azerbaigian
E’ un circuito strano, questo di Baku. Cittadino come Montecarlo, veloce come Monza e favorevole ai sorpassi come il Canada in cui si è corso sette giorni fa, a ben vedere il suo landscape ed il suo tracciato sembrano una via di mezzo tra Long Beach e l’Impruneta. Si corre in mezzo a palazzi come quelli descritti da Marco Polo nel suo Milione, o grattacieli futuristici. Si accelera fino a sfiorare il record di velocità (370 km/h fatto registrare qualche anno fa da Juan Pablo Montoya) e ci si ritrova a rasentare muri spigolosi in curve come quella del Casato al Palio di Siena.
Su questa pista da primizia, Nico Rosberg ha voglia di fare la storia finendo nell’albo d’oro come primo vincitore assoluto. Il tedesco della Mercedes ha voglia inoltre di riprendersi quello che ha lasciato – tra il Principato di Monaco e l’Ile de Notre-Dame – al compagno di squadra Lewis Hamilton, e di involarsi finalmente verso il suo agognato primo titolo mondiale. La macchina c’è, quest’anno la Mercedes è ancora la vettura migliore, più performante in tutte le condizioni.
Soltanto un lungo imprevisto del campione in carica Hamilton impedisce alla casa di Stoccarda di fare il pieno nella prima fila della griglia di partenza. Hamilton parte decimo, e a causa di alcuni problemi di telemetria che dal box non possono correggergli (da quest’anno la FOCA ha proibito l’intervento dei box in fase di gara a correzione di malfunzionamenti dell’elettronica) arriverà quinto alla fine, distanziato dal secondo ferrarista Raikkonen senza poterlo mai impensierire.
Diverso il discorso per Rosberg. Parte in pole, resta primo per tutta la gara compreso il rientro dall’unico pit stop sui 51 giri previsti, realizza anche il giro veloce. E’ Grande Slam, il secondo della sua carriera. Subito dopo il cambio gomme illude la Ferrari di avere qualche cedimento di tenuta perdendo qualche secondo, poi una volta che gli pneumatici sono di nuovo in temperatura riprende la marcia iniziale: un secondo a giro e buonanotte Maranello.
Sebastian Vettel secondo anche oggi
La Ferrari può consolarsi con il fatto che nessuno riuscirà a metterle in discussione alla fine il secondo posto. Anche se Ricciardo con la Red Bull e Perez con la Force India sembrano in grado di dare filo da torcere ai suoi piloti. Il messicano ha la meglio su uno scoraggiato Raikkonen che viene penalizzato di cinque secondi per infrazione della riga continua nella corsia dei box. Chi è causa del suo mal pianga se stesso. E’ l’ennesimo errore del finlandese in questa stagione.
Sebastian Vettel custodisce fino alla fine un secondo posto con distacco che visti gli attuali chiari di luna è comunque oro. Il tedesco guida come un ragioniere di banca, non si inventa mai nulla e allunga la serie delle mancate vittorie Ferrari, che sale a quattordici. L’ultima volta, a Singapore nel 2015, sembra una vita fa. Di certo, la rossa non decolla, il gap con le Mercedes c’è ancora, intatto. Ha un bel telefonare Marchionne a notte fonda ai responsabili del Cavallino, tartassandoli. Per ora, gli ultimi allori risalgono al’epoca Montezemolo. Che telefonava solo dopo, per ringraziare.
Insomma, gara spettacolare che alla fine riesce ad essere noiosa. Colpa della mancanza totale di interlocutori per la Mercedes, non solo della Ferrari. Più di Vettel, più di Rosberg, è Hamilton comunque ormai a regalare quel poco di suspence e spettacolo, andando ad assomigliare sempre più a quel loro connazionale che ammazzava gare e campionati e che ora purtroppo si sta spegnendo in un letto d’ospedale. Mai abbastanza rimpianto dai tifosi del Cavallino. Altri tempi. Altri uomini. Altra Ferrari. Altra Formula Uno.

Rosberg 141 punti, Hamilton 117, Vettel 96, Raikkonen 81. Tra i costruttori, prima Mercedes con 258, seconda Ferrari con 177, terza Red Bull con 140. Prossimo round il 3 luglio in Austria. Ma la sensazione è che anche quest’anno la storia sia già scritta.

Il podio di Baku

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