venerdì 12 agosto 2016

DIARIO OLIMPICO: Revocate la medaglia ad Elisa Di Francisca



No, cara signora Di Francisca. Certe iniziative te le puoi permettere quando sei una libera professionista, non quando vai a giro per il mondo a spese del C.O.N.I., e quindi nostre. Se sei nella squadra azzurra di Rio, sei una dipendente dello Stato italiano, appena qualcosa di meno di una militare in servizio. E se ti capita di finire sul podio, ci vai con la bandiera italiana, perdio, non con questo fazzoletto ridicolo, che tra l’altro è poco più di un brand di un associazione di diritto privato di banchieri e speculatori.
Per me la medaglia di questa signora non esiste, non conta nel Medagliere azzurro. E fossi dirigente della sua Federazione, o del C.O.N.I., prenderei in considerazione l’opportunità di sbatterla fuori, radiarla e revocarle la medaglia.
Abbiamo tuti ancora negli occhi il dolore e la rabbia repressi di Fehaid Aldeehani, il tiratore del Kuwait che ha battuto in finale del Double Skeet il nostro Marco Innocenti. E che si è visto avvelenare il giorno più bello – probabilmente – della sua vita dal fatto di non poter salire il gradino più alto del podio sulle note del suo inno nazionale e sullo sfondo della bandiera del proprio paese che sale più in alto di tutte.
A quella persona batto le mani, e le sono nel cuore, al di là di ogni altra considerazione. Non a una cialtroncella che gira il mondo a spese nostre senza rendersi conto nemmeno di dove va e perché ci va, e che soltanto altre due cialtrone come Laura Boldrini e Federica Mogherini potevano applaudire pubblicamente, in spregio anch’esse ai rispettivi ruoli e funzioni.
Possiamo affrontare tutto con serenità e dignità, a cominciare da quella legge di natura che ha avviato al declino autentiche signore del nostro sport, come Federica Pellegrini (bella, bellissima, splendida nella sua divisa di Armani e sotto quella bandiera tricolore), Sara Errani, Roberta Vinci, Jessica Rossi, le ragazze del Volley, e chissà chi altre da qui alla fine.
Ma non possiamo accettare quel fazzoletto con le stellette in mano ad una nostra atleta al posto della bandiera italiana. Di gente come Elisa Di Francisca, che rappresenta solo se stessa a carico del contribuente, non abbiamo e non avremo mai bisogno.
Per me gli argenti azzurri a Rio 2016 sono cinque.

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