sabato 3 settembre 2016

CONTROCORRENTE: Difenderò il tuo diritto di essere idiota fino alla morte

La Francia non è Charlie Hebdo. Pensare questo sarebbe come condividere che in Italia le case nel Medioevo le costruiva la Mafia. No, le costruivano i muratori, che spesso si definivano liberi muratori. All'epoca producevano capolavori, resistenti al tempo e alle calamità. Adesso, in un epoca in cui tutto degenera e si corrompe, producono solo idiozia, per di più trasversale agli schieramenti e alle nazioni.
Certo, Charlie Hebdo è un prodotto dell'idiozia francese, così come www.spinoza.it o la Fanpage di Saverio Tommasi sono un prodotto di quella italiana. Ognuno ha la sua propria, ed almeno l'Eliseo è più pronto a prenderne le distanze di quanto siano mai stati il Quirinale e Palazzo Chigi.
Intellettualini e intellettualoidi a cui dai tempi della scuola nessuno ha insegnato a distinguere tra la propria arroganza e - appunto - stupidità mascherata da anticonformismo e la vera satira. Quella del Male, per intenderci, che non risparmiava nessuno ma non offendeva nessuno. Diceva solo la scomoda ma inoppugnabile verità. Questi qui di ora hanno sfottuto le proprie madri dal primo giorno di autoconsapevolezza, per così dire. Figuriamoci se possono risparmiare adesso i terremotati o altre categorie di sofferenti inermi, spacciandosi per geni della satira ed epigoni di Voltaire.
L'idiozia è un valore comune e fondante della nostra società moderna. E' su di lei che si misura il grado di tolleranza e di libertà della nostra comunità. Un paese democratico riconosce il diritto di essere liberamente idioti a tutti i suoi cittadini. Il mondo libero è un enorme Hyde Park Corner, dove qualunque spostato può salire su una cassetta di frutta e arringare una folla, senza che nessuno abbia a pretendere di zittirlo.
Il mondo libero ha d'altro canto gli strumenti per difendersi comunque. Non il coltello dei musulmani, né l'indignazione censoria dei cattolici. Basta non comprare il giornaletto, il libello, il volgare pamphlet con pretese satiriche. Basta ignorare questi intellettualini e intellettualoidi, che poi è ciò che a loro in genere dispiace e duole di più.
Il vecchio Montanelli ci viene sempre in soccorso, dai saggi tempi andati. Il lettore, dice, è sempre il padrone. E può sempre licenziare un pubblicista o un libellista sciocco semplicemente non leggendoli più.
Anche soltanto ad indignarsi, si finisce per fare il gioco di questi idioti.

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