giovedì 23 febbraio 2017

CONTROCORRENTE: Rivoltosi con il tassametro




Su una cosa devo dare ragione a Matteo Renzi. Mentre noi stiamo qui a trastullarci con seghe mentali che risalgono al ventesimo secolo, il mondo al di fuori di questo paese va avanti. E lo fa correndo.
Ecco qua, i tassisti hanno messo a ferro e fuoco Roma, e puntuale il governo di turno cala le brache e concede loro quello che vogliono. Con il beneplacito dei Cinque Stelle, che avallano il sacco della capitale schierandosi dalla parte dei fuorilegge con il tassametro. I tifosi della Roma , a questo punto, se vogliono lo stadio nuovo sanno come fare.
Le corporazioni medioevali le abbiamo inventate noi, e all’epoca fu una grande invenzione. Ora sarebbe il caso di andare avanti, di tuffarci in quel mondo moderno che ormai ci circonda, ci accerchia, e invece facciamo di tutto per qualificarci come lo stato più a nord del continente africano. Milano, capitale morale da sempre di questo Stato, ha dato l’esempio: piantati stanotte i banani a fianco delle palme, i migranti non potranno dire di non sentirsi a casa.
No, a noi le corporazioni piacciono. E’ il libero mercato che ci fa paura. Lì bisognerebbe competere, sul serio, e noi italiani ormai siamo capaci di competere soltanto a sciocchezze. Viva i tassisti, dunque, che secondo la parte più progressista di questa opinione pubblica difendono la parte più sana del lavoro e dell’imprenditoria nazionale. Nel resto del mondo civile, Uber è il progresso, andare dal centro di Londra all’aeroporto di Stansted con poco più di 10 sterline, come è successo a mio figlio di recente, questo è il progresso. Da noi, il progresso è consentire che una persona che deve andare dalla stazione di Firenze al suo aeroporto (3 km. scarsi di strada) debba essere taglieggiata in modo tale che il taxi costa più dell’aereo che va a prendere, dovunque sia diretto o quasi. O che una signora anziana, mia madre, paghi più di taxi per andare dalla casa di riposo a Porta Romana al laboratorio di analisi convenzionato in Piazza Indipendenza (altri 3 km. scarsi) che di ticket, e dire che i ticket della sanità di Enrico Rossi non scherzano.
Il progresso è sempre ciò che fa comodo a noi. Gli altri sono “fascisti”, sempre gli altri, che salutino romanamente o no. Dice: la licenza comunale costa cara, le tariffe elevate dei taxi di casa nostra devono tenere conto di questo investimento iniziale. Sarebbe come dire che siccome il pizzo alla mafia costa, i negozianti delle zone di mafia sono autorizzati a tenerne conto nei prezzi. Non solo, ma siccome l’investimento del pizzo va salvaguardato, non è giusto combattere la mafia! Chi risarcirebbe in tal caso i negozianti del pizzo pagato?
E’ la logica di Aldo Rizzo, e di tutti coloro che nel 21° secolo inneggiano ancora al comunismo – o al limite al “progressismo” -  e non si peritano di schierarsi a fianco di una banda di lanzichenecchi scatenati peggio che nel 1527, contro “i miliardari di Uber”. Credo che Karl Marx si stia rivoltando nella tomba, al pensiero della moltitudine di mentecatti che ha sdoganato.
E’ la logica di Enrico Rossi, che si batteva contro l’apertura domenicale dei negozi, in nome dei diritti dei lavoratori (ovviamente pagati da qualcun altro, i suoi possono schiantare).
Ma a noi del mondo moderno non ce ne po’ frega’ de meno. I veri diritti dei lavoratori li sappiamo noi quali sono. Comprendono anche quelli di sfasciare le vetrine dei negozi di altri lavoratori, di rivoltarsi a mano armata contro la polizia, e di ritrovarsi – al posto del provvedimento di arresto ed al ritiro della licenza come sarebbe giusto e doveroso – a fine giornata con la pacca sulla spalla del governo, e con i complimenti dell’opposizione che si prepara a governare.
Ho sempre invidiato tante cose all’Inghilterra. Una di queste è quel sentimento nazionale e di legalità democratica che ha prodotto a suo tempo, nel momento forse più difficile di quella nazione nel dopoguerra, una Margaret Thatcher. Maggie non avrebbe dato pacche sulle spalle ai rivoltosi con il tassametro. Li avrebbe lasciati scioperare sei mesi, non sei giorni. Li avrebbe fatti schiantare, come fece con le Trade Unions o con i Provisionals dell’Irish Republican Army. Il sindacato più potente del mondo e il gruppo terrorista all’epoca più organizzato del mondo.
Negli stessi anni noi avevamo De Mita. Poi Prodi. Adesso Gentiloni.
Forza Roma. #famostostadio #moavetevistocomesefa

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